“Se lo chiamiamo senza edulcorazioni, il matrimonio giovanile e forzato è in realtà un’autorizzazione allo stupro “
Senatrice Emma Bonino
“Viaggio in Bangladesh per siglare le nozze col cugino. L’assenza a lezione fa scattare le indagini della Procura”, così scrive Il Giorno di Bergamo a proposito dell’ennesimo scandalo che vede protagonista una bambina promessa in sposa all’età di 12 anni dai suoi genitori. “Morta Fawziya Abdullah Youssef, una bambina di 12 anni, nello Yemen, per emorragia durante il parto” (Martina Liaci, 2001). Queste sono alcune delle notizie che oggigiorno circolano sui nostri quotidiani. Si tratta di una tematica da tempo dibattuta, quella dei matrimoni precoci, i cui casi di cronaca fanno rabbrividire. Si tratta di un’unione formale o informale tra due persone di cui una è minorenne, tendenzialmente una bambina (“sposa bambina”) o una giovane ragazza (di circa 12 anni) e un uomo adulto, spesso molto più anziano. Di solito, si tratta di un uomo mai incontrato prima e, a volte, vedovo o divorziato. Alcune ricerche hanno rilevato che in Africa centrale e occidentale, un terzo delle “spose bambine” sono sposate con uomini che hanno 11 anni più di loro.
In tutti gli altri Paesi non è insolito che la differenza di età sia anche di 70 anni. Nella maggior parte dei casi, specie se lo sposo è molto giovane, le unioni sono guidate dal volere delle famiglie: il più delle volte gli sposi non hanno espresso il loro libero consenso a riguardo e sono costretti al matrimonio. Nei Paesi come la Nigeria (al primo posto), Ciad, Bangladesh, Camerun Mali, Eritrea, Malawi, Egitto, Uganda, Burkina Faso, India, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Etiopia, Liberia, Yemen, Nicaragua, Nigeria, Zambia, l’Arabia Saudita e Afghanistan il matrimonio precoce è “normalità”, è tradizione. Non è una casualità, inoltre, che tale fenomeno derivi dalle medesime regioni del globo in cui sono fortemente diffusi altri importanti fenomeni come la mortalità materna e infantile, l’analfabetismo, la malnutrizione, ecc.
I matrimoni precoci sono legati a tradizioni sociali e religiose, a stereotipi e a contesti. I fattori causanti tale pratica sono:
-La disparità di genere. Essa è una vivida realtà, specialmente nei Paesi sottosviluppati e lontani dalla mentalità occidentale. Nelle società fortemente patriarcali gli uomini si aspettano che le donne diventino soltanto mogli e madri. La donna è concepita come essere “inferiore” all’uomo, non ha il diritto di esprimere il proprio consenso, per cui il matrimonio è un’imposizione. Per tale ragione, viene negata alle donne l’opportunità di studiare e/o di lavorare. Inoltre, si pensa che le giovani spose siano molto più docili e quindi più obbedienti e che la loro giovane età garantisca la loro purità, verginità. Gli uomini affermano che il matrimonio è "protezione" dai pericoli della vita.
- La povertà. In alcuni Paesi, le figlie sono addirittura considerate dei “fardelli di cui sbarazzarsi”. Nutrirle, vestirle e istruirle costa troppo, per cui le famiglie si sentono legittimate e incentivate economicamente a darle in spose presto. Questo accade perché dare in sposa una giovane figlia significa avere il diritto di chiedere alla famiglia dell’uomo una certa somma di denaro e una lista di regali (dote) per permettergli di sposarla. Il matrimonio è una fonte di arricchimento ed è utile per saldare debiti.
- Le pratiche tradizionali. In alcune culture, il matrimonio non ha mai richiesto un consenso per cui è diventato normale e tradizione non chiedere il “sì” alla sposa. È usuale anche che le spose vengano rapite e vendute per essere sposate contro il loro volere.
- La non applicazione delle leggi. Nonostante in alcuni Paesi esista una legge che vieti l’unione con minori, alcuni genitori preferiscono sviarla.
Per tanto tempo situazioni di vita difficili hanno fatto sì che si commettessero gesti atroci e che questi si sedimentassero in tradizioni barbare, ma ciò non può andare avanti. Il matrimonio precoce vìola qualsiasi diritto umano e alla vita. Dare in sposa una bambina significa distruggere la sua vita e la sua persona, privandola della sua infanzia, della sua libertà, della sua identità ed esporla ad un elevato rischio. Il matrimonio precoce è isolamento sociale, violenza domestica, abbandono scolastico, abuso sessuale, gravidanze precoci e a rischio, sfruttamento, mutilazione dei genitali, problemi legati alla salute psicofisica e alla crescita, una precoce vita da divorziate o vedove...
Numerosi studi hanno affermato che le situazioni d’emergenza, come la pandemia da Covid 19, che ha aggravato il sistema economico- sociale-sanitario, possono solo incrementare tale fenomeno. Infatti, durante la pandemia di Covid 19 per fuggire dalla miseria molte famiglie sono ricorse allo sfruttamento minorile e ai matrimoni precoci.
Purtroppo, non esistono ancora leggi universali che vietino tali matrimoni o leggi che permettano di punire i responsabili di queste unioni.
I matrimoni precoci vìolano nel modo più deplorevole i diritti dei bambini. È importante continuare a lottare contro questo flagello e denunciare la verità come fece Sughra, ex sposa bambina, oggi attivista per i diritti delle donne. Bisogna fare di più per affrontarne le cause e prevenire morti tragiche e abusi. Che i bambini siano bambini, liberi di sguazzare nelle loro infanzia.
Fonti
A cura della dott.ssa Vanessa Silvestri
laureata in psicologia clinica e della salute
vanessa.silvestri.vs@gmail.com
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